Fonti articolo:
-http://www.ospedalebambinogesu.it/
_http://silviodanese.it
Le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) - (“IBD”, inflammatory bowel disease)-sono malattie “idiopatiche” ovvero a causa sconosciuta.L’ipotesi patogenetica prevalente è quella di una reazione immunologica da parte dell’intestino nei confronti di antigeni (quali, per esempio, batteri normalmente presenti nell’intestino); questo squilibrio immunologico può instaurarsi per un’alterata interazione tra fattori genetici propri dell’individuo e fattori ambientali. Recentemente è stato individuato un gene chiamato NOD2 che, se mutato, rende più suscettibili alla malattia di Crohn.Tra i fattori ambientali il più importante è il fumo che, curiosamente, predispone al morbo di Crohn ma sembra essere protettivo nei confronti della rettocolite ulcerosa.In Italia circa 200.000 persone sono affette da queste patologie. Negli ultimi 10 anni la diagnosi di nuovi casi e il numero di ammalati sono aumentati di circa 20 volte. Le IBD colpiscono con la stessa frequenza i due sessi, con un esordio clinico che in genere si colloca fra i 15 e i 45 anni.
Sono divise in tre entità patologiche caratterizzate da infiammazione cronica della mucosa intestinale: - Colite ulcerosa (CU) - Morbo di Crohn (MC) - MICI colite indeterminata.-non classificata
MORBO DI CROHN
Il morbo di Crohn è un’infiammazione cronica intestinale caratterizzata da un’infiammazione cronica dell’intestino, che può colpire tutto il tratto gastrointestinale, dalla bocca all’ano. Nella maggior parte dei casi, la malattia colpisce maggiormente l’ultima parte dell’intestino tenue (ileo) e il colon. Le ulcere derivate dall’infiammazione, se non curate, possono portare a creare dei restringimenti intestinali (stenosi) o approfondirsi fino a “bucare” l’intestino e a toccare gli organi circostanti (fistole).
CAUSE
Le cause della malattia non sono note. Sembra che una combinazione di fattori, quali la predisposizione genetica, fattori ambientali, fumo di sigaretta, e alterazioni della flora batterica intestinale e della risposta immunitaria, possano scatenare l’infiammazione intestinale. Difatti, le cellule del sistema immunitario “attaccano” in maniera continua l’intestino e contribuisce a perpetuare l’infiammazione. Anche se alcuni geni sembrano essere coinvolti, non è una malattia ereditaria, né genetica.
SINTOMI
Diarrea cronica (cioè che persiste per più di 4 settimane), spesso notturna, associata a dolori e crampi addominali, talvolta con perdite di sangue misto alle feci, dolore addominale, soprattutto localizzato nella parte inferiore destra dell’addome (corrispondente all’ultima ansa ileale, la sede più frequente di malattia), diarrea, e con febbricola che insorge alla sera, oppure con dolori articolari, o con altre manifestazioni non intestinali. Spesso ci può essere un calo di peso importante. A volte, si può manifestare a livello anale con fistole o raccolte di pus (ascessi). In una buona percentuale dei casi, la malattia non dà sintomi e viene scoperta solo per caso, o viene scambiata per sindrome dell’intestino irritabile.
COMPLICANZE
Formazione di stenosi (restringimenti del lume del tratto di intestino colpito fino all’occlusione intestinale), fistole (comunicazioni tra intestino e cute, o fra organi addominali) o ascessi. Queste complicanze possono richiedere un intervento chirurgico.
TERAPIA
La terapia per la morbo di Crohn tende a spegnere l’infiammazione intestinale, attraverso l’azione sui meccanismi cellulari e molecolari dell’intestino e del sistema immunitario.
I trattamenti comprendono: La mesalazina (5-ASA) che agisce direttamente come anti-infiammatorio sulla mucosa intestinale durante il transito intestinale Gli antibiotici intestinali (fluorochinolonici, metronidazolo, rifaximina) che aiutano a equilibrare la flora batterica, possibile corresponsabile dell’infiammazione, oppure a ridurre o eliminare gli ascessi. L’azatioprina o la 6-mercaptopurina (immunosoppressori) che inducono la morte della gran parte dei globuli bianchi attivati, responsabili dell’infiammazione. Gli steroidi che hanno una potente azione anti-infiammatoria a livello di tutto l’organismo, sopprimendo la risposta immunitaria e modulandola. Il metotrexate che agisce, con meccanismi diversi, come immunosoppressore che distrugge buona parte dei globuli bianchi attivati I farmaci biologici (infliximab, adalimumab), anticorpi biotecnologici che bloccano selettivamente una delle molecole principali responsabili dell’infiammazione. Chirurgia che serve a rimuovere le complicanze irreversibili della morbo di Crohn, quando i farmaci non hanno spazio terapeutico. Farmaci sperimentali che possono avere vari meccanismi d’azione e che solo Centri d’eccellenza selezionati possono somministrare nell’ambito di studi clinici.
RETTOCOLITE ULCEROSA
La rettocolite ulcerosa è una malattia caratterizzata da un’infiammazione cronica dell’intestino, che colpisce sempre il retto e può estendersi senza soluzione di continuità a parte o tutto il colon. L’infiammazione provoca delle lesioni ulcerose responsabili dei sintomi intestinali. L’andamento della malattia è caratterizzato dall’alternarsi di episodi acuti seguiti da periodi di remissione clinica. La frequenza degli attacchi può variare fino quasi a susseguirsi senza periodi di benessere.
CAUSE
Le cause della malattia non sono ancora note. L’ipotesi più probabile è che fattori ambientali, quali microorganismi batterici intestinali, in presenza di un assetto genetico predisponente possano scatenare l’attacco da parte del sistema immunitario in cui rimane coinvolto anche l’intestino.
SINTOMI
Fino al 35% dei casi possono essere presenti dei sintomi extra-intestinali, quali dolori articolari e manifestazioni dermatologiche. Nel 15% dei casi la sintomatologia è così violenta con numerose scariche di feci liquide con sangue, disidratazione e febbre.
COMPLICANZE
Nelle localizzazioni di malattia esclusivamente al retto può essere presente, al posto della diarrea, una stitichezza anche severa. Gli episodi più severi (15%) sono caratterizzati dalla comparsa di febbre e di disidratazione e necessitano di un ricovero urgente in Ospedale per poter praticare la terapia adeguata a base di cortisonici, immunosoppressori, antibiotici e supporto nutrizionale in vena. Solo in casi rari refrattari alla terapia si rende necessario un intervento di colectomia totale. Fino al 35% dei casi sono presenti delle manifestazioni extra-intestinali: artralgie e artriti localizzate sia alla articolazioni periferiche che alla colonna vertebrale; manifestazioni dermatologiche quali dei noduli sottocutanei, arrossati e dolenti o delle lesioni purulente che tendono ad ingrossarsi localizzate spesso agli arti inferiori; episcleriti e uveiti; malattie epatobiliari.
Infine l’infiammazione cronica può provocare nell’arco di anni delle lesioni precancerose con un aumentato rischio di sviluppare un carcinoma intestinale rispetto alla popolazione generale.
TERAPIA
La terapia per la rettocolite ulcerosa è mirata a spegnere l’infiammazione intestinale, attraverso l’inibizione di processi coinvolti nell’attivazione della cascata infiammatoria e del sistema immunitario.
I trattamenti comprendono: La mesalazina (5-ASA) è un farmaco ad azione topica che agisce direttamente come anti-infiammatorio sulla mucosa intestinale. Gli steroidi hanno una potente azione anti-infiammatoria a livello di tutto l’organismo, e modulano la risposta immunitaria. L’azatioprina o la 6-mercaptopurina sono degli immunosoppressori che inducono la morte della gran parte dei globuli bianchi attivati, responsabili dell’infiammazione. Ciclosporina un immunosoppressore che agisce inibendo la funzione dei linfociti, responsabili dell’attivazione del sistema immunitario, e che di solito si usa nei casi di colite severa resistente al cortisone. I farmaci biologici (infliximab), anticorpi monoclonali biotecnologici, bloccano selettivamente una delle molecole principali (TNF) responsabili dell’infiammazione. Intervento chirurgico di colectomia totale quando i farmaci non hanno spazio terapeutico. Farmaci sperimentali che possono avere vari meccanismi d’azione e che solo Centri d’eccellenza selezionati possono somministrare nell’ambito di studi clinici.
Purtroppo non si può prevenire l’insorgenza della rettocolite ulcerosa, ma si possono prevenirne le complicanze e l’evoluzione.
COLITE INDETERMINATA
La colite indeterminata è caratterizzata da una infiammazione confinata al colon, ma con caratteristiche istologiche che non permettono inizialmente una diagnosi differenziale tra colite ulcerosa e morbo di Crohn.
ESISTE UNA PREDISPOSIZIONE?
Studi su larghe popolazioni di pazienti affetti da MICI hanno evidenziato che circa l'11% ha un familiare di I grado affetto da tali malattie.